articolo di Vittorio Ferrucci – foto di Piero Del Grande
In attesa di una vostra visita da noi, e ansiosi di farvi vedere le bellezze della nostra città, se avete cinque minuti di tempo, vorrei parlarvi di alcune curiosità che non troverete sui libri di storia.
Se siete in Piazza Signoria di fronte all’ingresso di Palazzo Vecchio, sulla destra nello spigolo del palazzo, su una pietra, troverete scolpita una faccia, che cosa ci fa lì?
Le voci sono tante, ma la più accettata, è che un giorno Michelangelo, insieme ad un amico, assistevano ad una processione, al che Michelangelo, che non era certo un tipo modesto, si vantò che avrebbe potuto scolpire anche con le mani dietro la schiena, al “Boom” dell’amico, preso martello e scalpello che aveva con se, iniziò a “lavorare”.
Oggi possiamo ancora vedere il profilo dell’amico. Subito dietro a Piazza Signoria, troverete il “mercato Nuovo”, antica loggia dove, come dice il nome, spostarono l’antico mercato, oggi è un mercatino interetnico dove potrete trovare di tutto e di piùdell’artigianato toscano, ma quello che volevo farvi notare io è il “Porcellino” (che in realtà è un cinghiale) se vi capitate, mettete una moneta nel contenitore, e toccatene il naso, si dice… ripeto si dice, che avveri i desideri. Al centro della Loggia, invece, troverete una ruota in marmo, al posto del selciato che pavimenta il mercato, è lì che per alcuni secoli si sono pagate le colpe dei bancarottieri, debitori insolventi, falsari, e tutti coloro che non rendevano il denaro avuto in prestito, il modo era semplice, e non certo indolore per il malcapitato. Quattro marcantoni prendevano il condannato, ognuno per un arto, due alle gambe, due alle braccia, e calate le brache, facevano battere le loro parti meno nobili, sopra la ruota in marmo, con il popolo e i creditori che lo deridevano. La pena era popolarmente chiamata “L’acculattata” e da qui il detto “rimanere con il culo per terra”.
Continuando la passeggiata, se vi trovate alla Casa di Dante, di fronte troverete “l’Oratorio dei Bonomini” beh direte che c’è di strano, ce ne sono tanti, questo è un po’ speciale, vedrete una feritoia per le elemosine con una scritta: “Limosine per li poveri vergognosi di S. Martino”, chi erano questi poveri?Dobbiamo tornare alla Firenze del ‘400-‘500 divisa in fazioni, dove le confische erano all’ordine del giorno, le famiglie benestanti che ne subivano le conseguenze rimanevano in miseria e si vergognavano a chiedere l’elemosina, venivano aiutate da questa congregazione.
Date un occhiata all’interno, ne vale la pena, ci sono affreschi del Ghirlandaio, un busto del Verrocchio, e un bassorilievo di Andrea della Robbia, ma la curiosità maggiore, è quell’usanza di mettere una candela accesa davanti alla porta quando i soldi in cassa son finiti, ricordando ai cittadini di fare un po’ di elemosina. Da questa usanza è rimasto il detto “Essere al lumicino” per
Ci racconta il Vasari, che Michelangelo, tornando da Roma, dove lavorava per il Papa lo vide e disse: “Sembra una gabbia per grilli”, bastò quella frase per fermare i lavori che non furono più ripresi.
E se Michelangelo avesse avuto torto!
Tante altre curiosità ci sono, su questa città, spero di farvele scoprire quando ci troveremo insieme… spero presto.
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